AH! LA GELOSIA

sabato 23 aprile (ore 21.00)
teatro dialettale

di Antonio Stefani, liberamente tratta da “La Jelosie” di A.Bisson per la regia di Aldo (Alvin) Zordan – Compagnia ASTICHELLO (Cavazzale)

11 gelosiaAutentica macchina comica questa commedia in lingua veneta, ambientata negli anni ‘cinquanta, appare tutt’oggi di grande attualità. Quanti sono in effetti i matrimoni, minati da tradimenti e sospetti, come quello dei protagonisti Luisa e Franco in cui la gelosia di lei logora senza tregua il rapporto creando in casa continue tensioni? E cosa succede se intervengono …. i genitori per dimostrare come la litigiosità mini alle fondamenta le basi del matrimonio, che dovrebbero invece posare su un solido strato di armonia, fiducia e serenità? Ecco allora che, tra risse verbali vere e fasulle, in questa storia si inseriscono vari vivaci personaggi che con la loro comicità invitano il pubblico a divertirsi di fronte alla tormentata vicenda, inserendo variazioni sui temi principali della commedia: il sospetto, il tradimento e, fortunatamente, la riconciliazione. Significativa nel finale dello spettacolo, l’attrice che si rivolge al pubblico con una battuta che chiarisce l’origine di tutte le incomprensioni coniugali: “Anche la gelosia, certe volte, è la tomba del matrimonio… Alle donne dico che i mariti bisogna compatirli un po’ perché si credono sempre dei dongiovanni! E agli uomini dico che, tante volte, quello che hanno in casa è meglio di quello che cercano fuori casa… Parlarsi bisogna, dirsi le cose, e certe volte… conviene fidarsi!“

Ingresso: interi euro 8 / soci “una montagna di teatro” € 7 / ragazzi fino 14 anni euro 4

CAVALLERIA RUSTICANA

sabato 16 aprile (ore 21.00)
opera lirica

libretto di Giovanni Targioni Tozzetti e Guido Menasci – musica di PIETRO MASCAGNI – allestimento di Pier Zordan – Compagnia VicenzaLirica

10 cavalleriaTratta da una novella di Giovanni Verga, è l’opera “verista” per eccellenza. Quando Pietro Mascagni decise di partecipare al concorso della Casa Musicale Sonzogno, riservato ai giovani compositori, fin da subito pensò a “Vita dei campi”, che il Verga da poco aveva già trasposto in pièce teatrale, portata al grande successo dall’inarrivabile Eleonora Duse. È il giorno di Pasqua e in un paese siciliano il giovane Turiddu, come dice l’originale racconto “figlio della gnà Nunzia”, al ritorno dal servizio militare, apprende che la bella fidanzata Lola nel frattempo è andata in sposa al ricco carrettiere Alfio. Dapprima si consola con un’altra paesana, Santuzza, ma l’antica passione comincia a riprendere il sopravvento fintantoché i due ex fidanzati iniziano a frequentarsi di nascosto. Nulla sfugge alla gelosissima Santuzza che decide di affrontare d’impeto Turiddu, chiedendogli spiegazioni delle sue “assenze” notturne; ricevendone in cambio soltanto offese e sentendosi tradita nei suoi veri e puri sentimenti va a rivelare al Carrettiere la scandalosa tresca. È superfluo ricordare che siamo in Sicilia, terra stupenda e clima meraviglioso ma abitata da gente molto attenta all’ “onore” e, di conseguenza, al “disonore” … finale scontato con sfida a duello tra i due contendenti. Soccomberà il giovane per una mossa d’astuzia (a tradimento) dell’attempato Alfio. Il sipario si chiude con una popolana che annuncia, in maniera assolutamente impersonale, l’esito del duello “Hanno ammazzato compare Turiddu!”, come dire: “tutto vidi, nulla saccio”.

Ingresso: interi euro 8 / soci “una montagna di teatro” € 7 / ragazzi fino 14 anni euro 4

I RUSTEGHI

sabato 19 marzo (ore 21.00)
teatro goldoniano

di C.Goldoni, riduzione e adattamento di Giorgio Amodeo per la regia di Gianfranco Saletta – GRUPPO TEATRALE PER IL DIALETTO DI TRIESTE E GORIZIA

09 rusteghiCostituisce uno dei vertici assoluti della drammaturgia goldoniana. “Rusteghi” sono esseri burberi e irosi, esempio estremo di come l’uomo borghese, attento alle sorti economiche e alla rispettabilità della famiglia, possa degenerare, divenendo gretto e prepotente. La vicenda ha per protagonisti quattro rusteghi: Lunardo, Canciano, Simone e Maurizio. Quando Lunardo decide di combinare il matrimonio della figlia Lucietta con Filippetto, figlio di Maurizio, senza che gli sposi vengano avvisati, le donne decidono di ribellarsi. Margarita, matrigna di Lucietta – aiutata da Felice, moglie di Canciano e Marina, moglie di Simone – all’insaputa dei rusteghi, riesce a far sì che i due giovani possano, prima delle nozze, almeno incontrarsi. I quattro uomini, saputa la cosa, montano su tutte le furie, ma è Felice, nel corso della splendida scena finale, a dimostrare quanto assurdo sia il comportamento dei rusteghi; questi, seppure di malavoglia, riconoscono i loro torti e si rassegnano ad accettare la nuova situazione. La commedia si caratterizza per una analisi psicologica particolarmente attenta, che trova riflesso anche sul piano linguistico: il dialogo brioso e spumeggiante delle donne si contrappone a quello cupo e nervoso degli uomini. Viene messo in scena lo scontro tra il nuovo e l’antico, tra una concezione di vita rigida e una più moderna, fondata sul dialogo e sulla reciproca comprensione, analizzando anche la condizione femminile e la sua nascente emancipazione; l’uomo infatti rappresenta il passato, e la donna l’equilibrio, la serenità e il progresso.

Ingresso: interi euro 8 / soci “una montagna di teatro” € 7 / ragazzi fino 14 anni euro 4

I PROMESSI SPOSI

sabato 12 marzo (ore 21.00)
commedia-rivisitazione da “classico letterario”

dal celebre “romanzo storico” di Alessandro Manzoni per la regia di Benoit Roland – Compagnia TEATROIMMAGINE (S.Maria di Sala)

08 promessi sposiPer parlarvi di questo straordinario spettacolo, prendiamo a prestito quanto dice il regista: “E’ strano, ma nella mia cultura francofona, belga, “I promessi sposi” è un romanzo sconosciuto di cui non si parla neanche al liceo. Invece, Victor Hugo (il nostro Manzoni) ogni italiano sa chi è stato e che ha scritto “I miserabili”. Ma perché? Perché “I promessi sposi” non hanno mai varcato le Alpi? Cosa rinchiude di speciale questo romanzo, che da quasi due secoli fa parte della coscienza collettiva di tutto un popolo? Tante sono le domande che hanno alimentato il nostro lavoro, la nostra ricerca.
Che un belga metta in scena un tale “monumento” della letteratura italiana può sembrare pretenziosa follia. Al contrario, penso che questo ci permetta di dissacrare questo classico, più per divertimento che per sfida. In effetti “le jeux” è il filo rosso di tutto lo spettacolo: “jeux” è una parola francese che ha questo doppio significato di “gioco” ma anche di “recitazione”. Ma attenzione, non vogliamo offrire al pubblico uno spettacolo recitato, bensì giocato, offrire il lato festoso del teatro dove l’attore non è uno strumento di un testo, di un regista, d’una scenografia, ma di se stesso.
Rappresentare questa saga infinita, questo “tourbillon” di personaggi in cinque attori e un musicista è come fare un salto mortale su una corda sospesa: tu fai Lucia, ma poi diventi la Contessina Attilia che si traveste da gendarme mentre Agnese fa il Griso, Renzo si trasforma in Don Rodrigo, Don Abbondio è la Monaca di Monza ed Azzecca Garbugli è anche Padre Cristoforo, il tutto coronato dalle allegre note di una fisarmonica.
Ogni attore ha allo stesso tempo il doppio ruolo d’artefice e vittima delle proprie azioni per narrare al pubblico una storia immortale, drammatica e crudele, ironica e grottesca, tenera e romantica, ma soprattutto attuale.

Ingresso: interi euro 8 / soci “una montagna di teatro” € 7 / ragazzi fino 14 anni euro 4

LA MOGLIE, L’AMANTE E IL … MONSIGNORE

sabato 27 febbraio (ore 21.00)
commedia brillante contemporanea

di Roberto Fera per la regia di Daniele Berardi – Compagnia NAUTILUS CANTIERE TEATRALE (Vicenza)

07 moglie amantePur di ottenere un insperato posto in banca il giovane Ettore, nipote del Monsignor Maini, diventa l’amante della signora Campogallo, moglie di un banchiere. I due si rendono presto conto di quanto sia duro e rischioso il “mestiere” dell’amante, perché la vicenda diventa sempre più ingarbugliata e divertentissima, grazie anche all’intervento di una vecchia zia creduta morta, di un’equivoca donnina e di una cameriera con bebè, e a nulla servono gli interventi dello zio prelato per salvare Ettore da una rovinosa valanga di disavventure.
Il titolo strizza l’occhio alla commedia degli anni ’60 e ad un tipo di comicità che ha il suo punto di forza nel prendere in giro i vizi della borghesia. La messa in scena della compagnia Nautilus crea un vortice di equivoci, spassosi sottintesi e scambi di persona, in un crescendo di situazioni esilaranti. Le situazioni comiche sfociano ben presto in complicazioni farsesche, dove i surreali imprevisti e le caratterizzazioni dei personaggi trascinano nel puro divertimento.

Ingresso: interi euro 8 / soci “una montagna di teatro” € 7 / ragazzi fino 14 anni euro 4

A NON SAVERLA GIUSTA

sabato 13 febbraio (ore 21.00)
commedia dialettale

di Loredana Cont per la regia di Italo Cunico – Compagnia PIOVENE TEATRO (Piovene Rocchette)

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Ambientata negli anni ’60 si inserisce nel tipico filone della commedia tradizionale, dialettale, presentando la classica famiglia con un padre equilibrato, moglie bisbetica, cognata zittella e bigotta, nonno ironico e un po’ avaraccio e brava figliola ventenne e inaspettatamente e drammaticamente incinta. Un testo ricco di battute di assoluto divertimento, che porterà il pubblico a rievocare tempi lontani dai nostri usi e costumi di oggi. La storia si svolge nell’arco di una giornata. Mariotta aspetta con impazienza il ritorno della sorella Caterina da “Lourdes”, e cerca di coinvolgere nella sua ansia anche il marito Menego e il suocero Nane ai quali, in verità, della Caterina e dei suoi frequenti pellegrinaggio poco importa. Quando Caterina arriva con una valigia di madonnette di acqua santa , inavvertitamente sente la nipote Lina fare un certo discorso all’amica Rosetta dal quale discorso intuisce senza possibilità di errore che la ragazza è incinta. E’ quindi indispensabile comunicare ai componenti della famiglia la drammatica realtà. Ma la ragazza è “ingroppata” o no? A non saperle giuste le cose quanti sbagli si fanno?

Ingresso: interi euro 8 / soci “una montagna di teatro” € 7 / ragazzi fino 14 anni euro 4

DI MALE IN MEGLIO

sabato 23 e 30 gennaio 2016 (ore 21.00)
commedia brillante contemporanea

di Giuseppe Aronne, adattamento e regia di Franco Picheo – Compagnia ARCADIA (Torri di Quartesolo)

05 di male inmeglioNei suoi “Esercizi di Stile”, lo scrittore francese Raymond Queneau raccontò la stessa breve storia in 99 modi differenti, enfatizzando di volta in volta uno specifico stilema narrativo: dalla versione piena di esclamazioni, a quella sviluppata solo sulle domande, passando per quelle centrate sulle cinque diverse percezioni sensoriali, e così via. “Di male in meglio!”, libero riadattamento scenico della versione originale scritta da Giuseppe Aronne, si presenta infatti come la commedia dei “mille e uno” equivoci. È questa senza dubbio la chiave narrativa preponderante della commedia: i malintesi, i qui pro quo, gli scambi di persona, le sostituzioni di oggetti si susseguono in un crescendo inarrestabile nel corso dei due atti.
La trama ci porta a seguire con simpatia ed apprensione le vicende della giovane Giorgia, la bella figlia dei benestanti Flavio e Lucrezia. Così benestanti che hanno alle loro dipendenze una servitù molto ampia, compresa l’intera famiglia dei fattori che badano ai campi e agli animali. Manco a dirlo, il figlio dei fattori, Luca, è un bel ragazzo coetaneo di Giorgia: tra i due, cresciuti insieme fin da piccoli, scocca fatalmente la scintilla dell’amore… Lo spettatore naturalmente tifa fin da subito perché il nobile sentimento trionfi, ma di mezzo ci si mette appunto una lunga serie di equivoci che si accavallano uno all’altro con molteplici sfaccettature, complicando le relazioni tra i vari personaggi:dai sintomi di una malessere che si prestano a varie diagnosi, ad un sogno così vivido da sembrare realtà;da una tazza di brodo per il cane scambiata per il tè da servire agli ospiti, a due cartelle cliniche invertite, fino alle parole sentite solo parzialmente, male interpretate, e poi più volte travisate passando di bocca in bocca (specie se qualche bocca in questione ha bevuto più di un bicchiere di troppo…
A questa concatenazione di equivoci si aggiunge la personalità sopra le righe di molti personaggi, come ormai abitudine per Arcadia, che ha nelle caratterizzazioni uno dei suo “marchi di fabbrica”: una serva insofferente e irriverente, un figlio mammone e un po’ cretino, una psicologa ninfomane, aumentano gli spunti per confondere ulteriormente le carte in tavola. A tutto beneficio del pubblico, che può divertirsi alle spalle degli stralunati e sventurati protagonisti, fino a festeggiare insieme a loro l’immancabile lieto fine.

Ingresso: interi euro 8 / soci “una montagna di teatro” € 7 / ragazzi fino 14 anni euro 4