GRISU’, GIUSEPPE E MARIA

sabato 25 marzo 2017 (ore 21.00)
commedia dialettale
di Gianni Clementi per la regia di Daniele Marchesini
Compagnia “LA MOSCHETA” (Colognola ai Colli VR)

09-grisuAmbientata negli anni ’50, la vicenda si svolge in una sagrestia della provincia veneta e vede per protagonista il parroco del paese, don Gino, alle prese con i piccoli e grandi problemi dei suoi compaesani. In particolare si troverà a dover trovare soluzione ai guai di due sorelle: Maria, moglie di un minatore emigrato in Belgio, a Marcinelle, e Teresa, che tutti conoscono come seria e illibata. Alla loro storia si intreccia quella di altri personaggi, tra i quali il fedifrago farmacista del paese e il sagrestano Berto, invalido e bizzarro, vera e propria croce del povero don Gino.
8 Agosto 1956: tragedia nella miniera di Marcinelle in Belgio. Scoppia un incendio nel pozzo principale che intrappola e non lascia scampo a 237 minatori, di cui 139 italiani emigranti. Italiani che si recavano in Belgio perché quel paese aveva stipulato un particolare accordo con l’Italia dell’immediato dopoguerra: per ogni minatore inviato a lavorare nelle miniere veniva riconosciuta all’Italia l’importazione di due quintali di carbone al mese. Le fabbriche in Italia potevano così produrre acciaio e auto anche per mezzo di questi poveri e affamati disgraziati. Più di 60.000 furono inviati in Belgio, reclutandone anche in buona parte dal Veneto, a lavorare in condizioni inumane con l’assenza totale di norme di sicurezza, provocando numerosi incidenti. Però quest’ultimo di Marcinelle, verificatosi in pieno agosto mentre gli italiani erano in vacanza, provocò una fortissima emozione e un grande sdegno. Ma non un giornale parlava di questo famigerato contratto definito “uomo-carbone”.
Il Belgio le sue ragioni le aveva, non aveva più nessun residente che scendesse nelle miniere, mentre gli Italiani li si accontentava con molto poco: baracche per viverci e condizioni di lavoro, come detto, disumane.

CONCERTO LIRICO

sabato 11 marzo 2017 (ore 21.00)
musica lirica
Corale “Le Voci dei Berici
dirige MICHELE BETTINELLI

08-lirico

dedicato al tenore Franco Tonello, nel ventennale della scomparsa
In programma cori, arie, duetti e concertati tratti da
DON GIOVANNI – NORMA – IL CAMPANELLO – L’ELISIR D’AMORE – DON PASQUALE – NABUCCO RIGOLETTO – LA TRAVIATA – TOSCA – CAVALLERIA RUSTICANA
interpreti
ANNA MARIA DI FILIPPO (soprano), ENRICO PERTILE (tenore), PIER ZORDAN (baritono)
al pianoforte STEFANO BETTINESCHI
presenta PIER ZORDAN

PROMETTO DI ESSERTI INFEDELE

sabato 25 febbraio 2017 (ore 21.00)
commedia brillante contemporanea
di Filippo Giulini per regia di Gigi Filippini e Renato Baldi
Compagnia “LAVANTEATRO” (Verona)

07-infedeleUna storia dei nostri giorni, un uomo geneticamente infedele, reduce da due matrimoni, ha una relazione consolidata con una giovane amante e un bel giorno decide di fuggire, anzi …”partire”, con una ragazza ancor più giovane! Moglie ed ex moglie diventate quasi amiche, si trovano a dover gestire l’amante che, disperata, annuncia loro la prossima fuga del marito-amante con una 27enne!!! Il triangolo, tipico del teatro brillante, qui sfocia addirittura in un quadrilatero, non distante da alcune situazioni verosimilmente realistiche nella nostra attualità.
Questo allestimento conferisce al racconto notevole efficacia, grazie ad un ritmo veloce e incalzante, tipico del vaudeville. È puro teatro brillante, la morale è solo sfiorata e quel che conta è solo il divertimento!

COINQUILINO CERCASI, ovvero “CH’EL CIELO ME LA MANDA BONA!”

sabato 11 febbraio 2017 (ore 21.00)
Teatro dialettale
Commedia in due atti liberamente tratta da “VIN SANTO” di Roberto Giacomozzi
Compagnia “TEATROINSIEME” (Zugliano)
Traduzione in lingua veneta, adattamento e regia di Gabriella Loss

La storia si svolge ai giorni nostri a Venezia dove, come ogni estate, si riversa sulla città una folla di turisti da mezzo mondo. Curiosi, festanti, macchine fotografiche al collo invadono calli e campielli scattando migliaia di foto e occupando case ed alberghi. Ma questa sarà, per Padre Cirillo, un’estate indimenticabile. Date le molteplici esigenze della sua parrocchia, il simpatico e tranquillo “padre”, per racimolare un po’ di denaro, decide di subaffittare una stanza del suo appartamento, ma la decisione non sarà priva di conseguenze. L’arrivo di un coinquilino “molto speciale” e di altri bizzarri personaggi (un’ esuberante venditrice di cosmetici, una portinaia ficcanaso, un portinaio comunista, un eccentrico agente immobiliare, uno scatenato aspirante artista, il papà smemorato e… ciliegina sulla torta, una ricca zia australiana) stravolgerà la vita del povero Cirillo, catapultandolo, suo malgrado, in un turbinio di situazioni esilaranti e surreali… Come ne uscirà? “Chi verrà vedrà” dise el proverbio! (modificato ad hoc)

I MORTI NON PAGANO LE TASSE!

sabato 21 gennaio 2017 (ore 21.00)
REPLICA – replica sabato 28 gennaio (ore 21.00)
commedia brillante contemporanea
di Nicola Manzari per l’adattamento e la regia di Franco Picheo
Compagnia ARCADIA (Torri di Quartesolo)

05-morti-non-pagano-tasseIl Paese del mare, del sole, del buon cibo e della bella vita. Ma anche la patria della burocrazia cavillosa e dell’arte di arrangiarsi: è questa l’Italia nell’immaginario collettivo, oggi come ieri. Ecco perché, pur essendo ambientata nel 1951, la commedia brillante “I morti non pagano le tasse!” di Nicola Manzari, liberamente adattata dal regista Franco Picheo, di fatto assume i contorni di un ritratto senza tempo della nostra “Italietta”, nei toni volutamente caricaturali di una satira ben poco velata.
Il protagonista, Marco Vecchietti, è un modesto impiegato statale residente a Bologna che tenta di sbarcare il lunario, stretto tra uno stipendio ai limiti della dignità e una moglie (Amalia) con ingerente e asfissiante suocera (Geltrude) a carico. Tra affitto, bollette e tasse, i debiti si sormontano e lo sfratto incombe. Resterebbe un’unica soluzione: far sparire il proprio nome dai registri fiscali. Il caso vuole che proprio la burocrazia in genere tartassante e nemica per uno dei suoi mille pasticci finisca per fare un “favore” al Vecchietti: l’anagrafe del suo paesino natale, disperso tra le montagne venete, lo dichiara infatti ufficialmente deceduto da sette anni, benché vivo e vegeto. È la svolta. Marco, apparso fin lì una specie di eterno perdente “alla Fantozzi”, con un guizzo di rivalsa decide di sfruttare l’errore a suo favore e ribellarsi a tutto e a tutti, gettando nello scompiglio l’intera famiglia, il padrone di casa, il palazzo in cui abita e il capufficio… Convinto dalla moglie a recarsi nel suo paesino d’origine per far luce sulla questione, lo scaltro Vecchietti scopre che anche lì tra i monti, insospettabilmente, l’arte di arrangiarsi e la corruzione sono la regola: e allora, visto l’andazzo generale, tanto vale mettersi d’ingegno e provare a ricavarci un bel tornaconto personale…
Insomma, tre atti tutti da ridere, tifando per questo improbabile “antieroe” sui generis, che si ritrova per caso nelle vesti di martire di guerra, seduttore di giovani locandiere, intrallazzatore con i politucoli locali, fino a quando qualcuno, da Bologna, tornerà a cercarlo…

IL LETTO OVALE

sabato 3 dicembre (ore 21.00)
commedia brillante contemporanea

di Ray Cooney e John Chapman per la regia di Stefano Bianchin
Compagnia ATTORI IN PRIMA LINEA (Schio)

04-letto-ovaleUn appartamento, quattro coppie… e un letto ovale! Ray Cooney mette tutti gli ingredienti per creare un intreccio di tradimenti, equivoci ed incomprensioni, originate soltanto da una lettera d’amore finita nelle mani sbagliate. Le quattro coppie che si aggirano in questo appartamento sono: i padroni di casa, Philip e Joanna Markham, il socio di lui, Henry Lodge, con sua moglie Linda, gli amanti di quest’ultimi due, l’eccentrico arredatore Alistair ed una cameriera austriaca, Silvia.
Gli otto faciloni pensano di avere a disposizione questo appartamento che, invece, per una serie di equivoci e contrattempi, è trafficatissimo. Così accade che mariti e mogli si trovino contemporaneamente e senza ragione nello stesso luogo in compagnia dei rispettivi amanti, dovendo mentire l’uno all’altra. A rendere il tutto ancora più imprevedibile, arriverà un’altra persona che ribalterà tutta la situazione.

Il letto ovale, che dà il titolo alla commedia, è il vero fulcro della storia, attorno alla quale ruotano doppi sensi, inganni e tradimenti, dove ogni personaggio finge di essere qualcun altro in un vortice di intrecci, malintesi e infinite gag che troveranno alla fine una soluzione… mah … forse!

OCCUPAZIONE ABUSIVA

sabato 19 novembre (ore 21.00)
teatro contemporaneo d’attualità
da “Le Squat” di Jean Marie Chevret per la regia di Antonio Zanetti
Compagnia DELLA TORRE (Ponte San Nicolò PD)

03-occupazione-abusivaE’ una commedia divertente ed attuale che pur nella comicità dell’intreccio, non perde l’occasione di trasmettere un messaggio positivo su un tema più che mai attuale.
Un testo sul conflitto generazionale e sulle differenze sociali, con situazioni divertenti, dialoghi moderni e personaggi ben delineati – nelle loro caratteristiche sociali e psicologiche – grazie anche a una cura del linguaggio (quello pulito e alto della borghesia e quello quotidiano della strada degli immigrati). Due mondi che si scontrano e poi si integrano.
Il titolo originale “Le squat” ha rappresentato nel 2000 il felice debutto nella scrittura teatrale di Jean Marie Chevret, che l’anno successivo ha ricevuto il premio “Molière” come miglior testo comico. Ha ricevuto poi il Premio de la Solidarité et de l’Anti-Racisme attribuito dalle ONG dell’ONU.
Un appartamento di un quartiere borghese di Parigi viene occupato da una giovane coppia, Samir un algerino e Natasha una ragazza dell’Est, senza permesso di soggiorno, con la complicità di Manuel, suocero di Teresa, portiera del palazzo. Samir e Natasha vivono rintanati in una stanza, dato che l’accordo con Manuel è di poter solo sostare nell’appartamento senza usufruirne. Le proprietarie dell’appartamento, le sorelle Maryvonne e Jeanne Figeac, sono in vacanza e quando tornano a sorpresa e capiscono la situazione hanno reazioni diverse: l’intransigente vorrebbe mandare via la coppia clandestina con l’aiuto della polizia mentre l’altra propone una temporanea coabitazione forzata. Dopo una prima fase di osservazione e incomprensione, con momenti ora teneri ora drammatici, si realizza finalmente prima una reciproca curiosità, poi una affettuosa accettazione. Un testo ironico, ottimista e tenero, in cui l’evoluzione dei personaggi, la scoperta della capacità di ciascuno di dare e ricevere, l’humor, l’amore e il dialogo tendono a dimostrare come il razzismo, l’intolleranza e le barriere sociali si possono combattere e superare grazie a una volontà reale di ascoltare e comprendere l’altro.

SIORI E POARETI

sabato 5 novembre (ore 21.00)
teatro dialettale

traduzione in lingua veneta dall’originale “Miseria e nobiltà” di Edoardo Scarpetta per la regia di Francesco Baruffato – Compagnia “Insieme per far filò” (Arcugnano)

02-siori-e-poaretiFelice è un povero scrivano di strada, perennemente senza soldi.Condivide un paio di stanze in affitto con la compagna Palma, il figlio Carletto, nonché l’amico Natale, un fotografo ambulante, con la moglie Pasqua e la figlia Paolina. Un giorno si rivolge a loro un giovane nobile e ricco, il marchesino Eugenio Favetti, che desidera sposare Gemma, figlia dell’ex cuoco Gaetano Semolone. Il progetto è osteggiato dal marchese Ottavio, padre del ragazzo, che non gradisce una nuora di umili origini. Ed ecco confezionato l’escamotage: il giovane nobile innamorato chiede a Natale e ai suoi amici di recarsi a casa del cuoco, fingendosi parenti altolocati, ed ottenere l’assenso alle nozze.

Ma la situazione peggiora ulteriormente poiché il maturo marchese Ottavio è anch’esso innamorato di Gemma, frequentandola sotto le mentite spoglie di un non meglio identificato signor Bebè! Scoperto l’imbroglio, scoppia il finimondo e al marchese non resta che acconsentire alle nozze tra i due giovani innamorati.

Finale ricco di sorprese con altri matrimoni imprevisti …