IL CALABRONE

ATTENZIONE!!! Purtroppo questo spettacolo, in cartellone sabato 20 gennaio,  è stato annullato, causa problemi tecnici legati all’allestimento della Compagnia Arcadia (confermate, per il momento, le repliche del 27 gennaio e del 3 febbraio)

sabato 20 gennaio 2018 (ore 21.00 – in abbonamento)
+ repliche (fuori abbonamento) sabato 27 gennaio e 3 febbraio ore 21.00
commedia brillante contemporanea

di Franco Ferri – libero adattamento e regia di Franco Picheo
Compagnia ARCADIA (Torri di Quartesolo)

La commedia è occasione per riflettere (e ridere) sulle dinamiche che rendono ogni famiglia un imprevedibile circo quotidiano, una giostra dalle mille diverse emozioni. Per riscoprire che, in fin dei conti, l’amore vero è più forte di tutto e può accomodare anche le situazioni più complicate.
Certe “cose” bisogna saperle fare! Tutti conosciamo bene la metafora dell’apina che incontra il fiore, e dopo nove mesi porta alla nascita di un bel bambino… Ma Germano Anselmi, romagnolo sanguigno vecchio stampo, ha un modo tutto suo per raccontarla: a suo dire, infatti, il merito (o la colpa) di una gravidanza non deve essere attribuito ad una mite ape, ma piuttosto ad un calabrone imbizzarrito, che vola qua e là senza criterio e senza controllo. Quel controllo che lui, capofamiglia tutto d’un pezzo, vorrebbe poter ancora esercitare sui due figli, Stefano e Sara: quasi avvocato il primo, giovane studentessa la seconda, entrambi però ormai cresciuti e liberi di fare le proprie esperienze senza per forza rendere conto al genitore. Il povero Germano ha la sensazione di non contare più nulla, anche perché, oltre ai figli, non si sente tenuto abbastanza in considerazione nemmeno dalle molte donne che lo circondano: la moglie Filomena, che in casa comanda fingendo di essere sottomessa; la domestica Marisa, poco incline a rispondere alle sue richieste; la portinaia Berta, ficcanaso e pettegola, come tutte le portinaie! In famiglia, anche per non dargli troppe preoccupazioni, spesso Germano viene tenuto all’oscuro di importanti novità; eppure a volte la sua esperienza sarebbe ancora molto utile. Soprattutto quando, nei romantici boschi di San Lorenzo frequentati dalle giovani coppie, i calabroni s’inebriano e prendono il volo con esiti imprevisti.

MOGLIE E BUOI

sabato 2 dicembre (ore 21.00)
commedia dialettale

scritto e diretto da Adriano Mazzucco
Compagnia MODUS VIVENDI (Verona)

La commedia ci presenta, in maniera divertente, una radicata ed insanabile rivalità tra due piccoli borghi, uno situato in collina e uno in riva al lago divisi da pochi chilometri di distanza. Ogni abitante di ciascuno dei due borghi è fieramente e campanilisticamente convinto della superiorità del proprio paese. Ma una ventata di freschezza e novità arriva a scalfire l’arrugginita ed ottusa contrapposizione: l’amore che sboccia tra un giovane di Montalto e una ragazza di Borgolino. “Moglie e buoi…”, ricca di personaggi caricaturali e sicuramente di divertimento per lo spettatore, è una commedia che strappa il sorriso, ma propone anche una riflessione sui pregiudizi e sulla possibilità di superarli. Garanzia di assoluto divertimento, lo spettacolo mette il dito nella piaga dei vizi della gente, trattando gli argomenti più delicati sdrammatizzandoli con argute battute, accentuate dal supporto del vernacolo.

MATRIMONIO IN CASA DI RIPOSO

sabato 25 novembre (ore 21.00)
commedia dialettale

liberamente tratto da “Ci sono cascato come un pollo” di Camillo Viticci per la regia di Luciano Sonda
Compagnia IL SIPARIETTO (Cassola)

Ispirata al motto “divertirsi per far divertire”, questa commedia dialettale va alla scoperta del modo in cui ricordano, comunicano e sognano le persone anziane, senza sottovalutare le loro fragilità ed eventuali raggiri a cui, talvolta inevitabilmente, sono esposte. Una deformazione comica della realtà oppure una triste realtà? Al pubblico la risposta, questo è il valore aggiunto del teatro.
La storia si svolge in una casa di riposo nella quale l’anziano Ferdinando, detto Nando, credendosi ancora un galletto appetibile nel pieno delle sue forze fisiche, viene convinto dall’infermiera che una giovane russa si sia innamorata di lui e che lo voglia sposare. Il matrimonio viene celebrato, ma con lui viene pure smascherato il disgustoso interesse economico…

IL CLAN DELLE VEDOVE

sabato 18 novembre (ore 21.00)
commedia brillante contemporanea (lingua)

di Ginette Beauvois Garcin e Marie Chevalier (traduzione di Luca Barcellona) per la regia e coreografie di Michela Cursi e AlionaChirita
Compagnia TARVISIUM TEATRO (Treviso)

Divertente commedia francese, pur se scritta vent’anni fa dalla famosa attrice e cantante Ginette Beauvais Garcin, risulta di una attualità sconcertante, tanto conserva ancor oggi la freschezza e il brio di allora. Lo spettacolo affronta con toni ironici e arguti il delicato tema della condizione vedovile, divisa fra rimpianti e disincanti, indugi della memoria e conquiste di autonomia.
Rosa Boscolo, donna fedele e dedita alle cure domestiche, entra a far parte del Clan delle Vedove a causa della morte, alquanto grottesca, del consorte. Le amiche le ripetono che è finito il tempo delle vedove inconsolabili, vestite perennemente a lutto e che è giunto il momento di vivere al meglio gli attimi fuggenti che la vita può ancora regalare. Nel momento in cui il ricordo del defunto Fosco viene idealizzato da Rosa, si presenta inaspettatamente la giovane e procace Sofia Bellon che, senza preamboli, dichiara di essere stata per anni l’amante del caro estinto e come se non bastasse, da quella relazione, sarebbero nate due gemelle. La scioccante rivelazione scatenerà tutta una sequenza di gustose e garbate gag sino al coup de théâtre finale, in cui le quattro amiche si renderanno conto che “la vita continua” per chi sa essere giovane dentro.

BADANTI

sabato 28 ottobre (ore 21.00)
commedia brillante contemporanea, mix dialettale e lingua

scritto e diretto da Fabrizio Piccinato
Compagnia ARTEFATTO (Verona)

02 badantiAdelmo, anziano signore burbero ed intollerante, vive nella sua casa con Vasélina (o Vaselìna come la chiama lui) la sua badante personale e con il borioso e fannullone nipote Silvio, che accetta di fare da vittima sacrificale dello zio pur di mantenere il proprio status di nullafacente. A sconvolgere questo equilibrio, instabile ma consolidato, arriva zia Adelina, l’anziana sorella di Adelmo che a causa di un improvviso malore rimane immobilizzata su una sedia a rotelle, incapace di parlare, e per questo viene portata a casa del fratello. Ad accompagnare zia Adelina c’è la badante Tania e l’ingresso in scena di questi due nuovi personaggi scatena impreviste dinamiche, specie tra le due badanti che si malsopportano a prima vista!

Ad appesantire il clima ci si mette poi una coppia di improbabili venditori porta a porta, propinando entusiasmanti viaggi in Liguria… Ma le sorprese sono in agguato, ad un tratto si scopre che è sparito il tesoretto che Adelmo teneva ben celato in una scatola di biscotti! E come nei migliori gialli, nessuno è immune da sospetto, ben presto partono le indagini condotte dal nipote Silvio che s’improvvisa “Sherlock Holmes della bassa”. Tra accuse incrociate, litigi e momenti di confronto aperto si arriva alla verità, con il colpevole sulla graticola. Tutti felici e contenti? Eh, no, perché questa commedia, tra una risata e l’altra, vuole dare anche qualche piccolo messaggio. Quanto accaduto ai “schei” è fonte di un epilogo del tutto inaspettato. Al di sopra di amore, odio, passioni, avidità, desideri e sentimenti, a vincere è … il Tempo!!!.

CABARET EN ROUGE

sabato 7 ottobre (ore 21.00)
varietà musicale

(fuori rassegna/fuori abbonamento)
info prenotazioni e prevendite a cura della Compagnia
371.3207778 – labcum@gmail.com

Compagnia LABCUM di Barbarano Vicentino
regia di Judith Zeelemberg e Michela Marangoni / coreografie di Cristina Fontana
costumi di Anna Maria Zavattiero / scenografie di Enrico Marangoni
audio e luci di Claudio Giovanni Bellin e Raimondo Riu

01 cabaret en rougeAngeline, uno scorcio di vita vissuta che diventa spettacolo dall’intreccio tra storie d’amore e personaggi scanzonati, tipici dei locali notturni parigini. In apertura, il Gran Cerimoniere tratteggia da par suo quel luogo surreale destinato a far rivivere la complicata storia di una giovane aspirante promessa del mondo dello spettacolo. All’amore, in verità tormentato, per Marcel, Lei preferisce le ammalianti luci della ribalta, attratta da musica e coreografie che tanto la eccitano nelle performance sul palco. E, parafrasando Cocciante, a Marcel non resta che commentare amaramente “Bella senz’anima!” … Insomma, gli artisti del cabaret ci aiutano a dimenticare il grigiore della vita quotidiana, grazie a qualche ora di spensieratezza con balli sensuali conditi da note jazz, il fascino di irrinunciabili gioielli e … l’ebbrezza del nuovo amore!

E alla fine tutti ai piedi di Angeline! Comici, mimi, musicisti, tangueri tentano di conquistare la femme fatale, ma inutilmente perché la diva del palcoscenico ha scelto per sempre di lasciarsi avvinghiare dalle folli notti del Cabaret!!!

LA PALLA AL PIEDE

Sabato 6 maggio 2017 (ore 21.00)FUORI ABBONAMENTO
commedia brillante contemporanea
Gruppo Teatrale ARCA (Vicenza)
di G.Feydeau per la regia di Alberto Trevisan

palla al piedeLo spettacolo è una commedia brillante di Feydeau, (ri)ambientata a New York nel 1935 e si propone di fondere insieme recitazione, ballo e musica, prendendo a modello lo stile del “Vaudaville” statunitense degli anni ’30. Tutto il tappeto musicale di conseguenza ripercorre i più grandi successi dell’epoca in stile blues, swing e Boogie Woogie.
Il consumato seduttore, l’italo-Americano perennemente squattrinato, Pietro Vanzetti è l’amante di Clara Smith, ricca e famosa cantante di Club a New York .Intento a cambiare vita, Pietro decide di fidanzarsi con Viviane, ricchissima ereditiera, appartenente ad una delle più facoltose famiglie di banchieri. Ma, a causa della sua inettitudine, non riesce a troncare la sua relazione con Clara che, a sua volta, è oggetto del desiderio del generale Ramirez, ex-ministro della guerra messicano, fuggito dal suo paese per aver perso una pesante somma di denaro statale al gioco d’azzardo.
Clara viene inconsapevolmente ingaggiata dalla madre di Viviane per l’intrattenimento musicale durante la festa di fidanzamento di sua figlia, che si terrà nel loro palazzo di Manhattan. Questo genererà una serie di equivoci a catena che il povero Vanzetti dovrà risolvere…

SPETTACOLO FUORI ABBONAMENTO
Ingresso: Interi euro 8 / ridotti ragazzi fino 14 anni euro 4
Prevendite e prenotazioni telefoniche (0444 912779) sabato 10.30-12.00 e 15.30-17.30.
Apertura botteghino un’ora prima dello spettacolo.

BESAME, MARLENE…! ovvero la Canzone d’Autore tra le due guerre mondiali

Sabato 22 aprile 2017 (ore 21.00)
musicale di costume
Compagnia VICENZALIRICA – testi e regia di Pier Zordan
Simonetta Baldin (soprano)
Enrico Pertile (tenore)
Pier Zordan (baritono e narratore)
Andrea Scaramella (violino)
Stefano Bettineschi (pianoforte)
11-besame-marleneProgramma rinnovato: Torna a Surriento, Core ‘ngrato, Come pioveva, Mattinata, Vento, ‘O Paese d’ ‘o sole, ‘Na sera ‘e maggio, Parlami d’amore Mariù, Besame mucho, Lili Marlene …

Spettacolo-recital tematico, a tratteggiare il periodo tra le due devastanti guerre mondiali. Dunque, storia e musica a braccetto! Ma la musica ha aiutato a superare quei terribili momenti? Certamente si, violenze, pazzie e soprusi non sono riuscite e non riusciranno mai a sopprimere totalmente il pensiero! E l’arte è un mezzo straordinario per annichilire maniacali idee di sopraffazione e conquiste violente, contribuendo notevolemente a dare forza e speranza alla gente, anche nei momenti più difficili. Ma che brani si ascoltavano nella prima metà del ‘900? Beh, musicalmente erano molto accattivanti, piccole perle che si rifacevano al grande teatro lirico romantico di fine ‘800. A partire da una decina d’anni prima dell’attentato di Sarajevo, ecco servita una scaletta di programma in rigoroso ordine cronologico di prime esecuzioni, con titoli popolarissimi e resi immortali da cantanti lirici e pop del tempo. Chi non ha mai fischiettato Torna a Surriento, Core ‘ngrato, Vento, Mattinata, Besame mucho, Lilì Marlene, Parlami d’amore Mariù? Intercalati da una piacevole narrazione, con curiosità e aneddoti dell’epoca a collegare i vari pezzi, assisterete ad un florilegio tutto d’un fiato, a rinverdire tempi che la frenesia odierna vorrebbe dimenticare…

ED È SEMPRE VARIETÀ

Sabato 8 aprile 2017 (ore 21.00)
revival del varietà e avanspettacolo
Compagnia “LA TRAPPOLA” (Vicenza)
regia di Pino Fucito

10-varietaUna pianista di sala in frack e papillon, i tavolini accesi da antico “caffè chantant”, ballerine e lustrini, complici recitanti tra il pubblico pronti a rimbeccare, fischiare alle “curve procaci” o ad incitare gli attori in palcoscenico: questa la cornice di “Ed è sempre Varietà!”: il classico presentatore introduce e ammansisce il pubblico che acclama le provocanti ballerine in un alternarsi continuo di pezzi della tradizione interpretati in passato da Totò, i fratelli De Rege e, più recentemente, Walter Chiari, Ettore Petrolini, Alberto Sordi e Monica Vitti.  Il pubblico riscopre una comicità ancora vivissima, scioglilingua surreali, barzellette maliziose, scenette e siparietti come quello dell’equivocata purga, ello studio odontoiatrico scambiato per una casa chiusa, o dell’intrigo scaturito da una lettera anonima che annuncia le “corna”. Molte le canzoni d’epoca famose che aiutano a ricreare l’atmosfera dei tempi gloriosi del Varietà italiano.

GRISU’, GIUSEPPE E MARIA

sabato 25 marzo 2017 (ore 21.00)
commedia dialettale
di Gianni Clementi per la regia di Daniele Marchesini
Compagnia “LA MOSCHETA” (Colognola ai Colli VR)

09-grisuAmbientata negli anni ’50, la vicenda si svolge in una sagrestia della provincia veneta e vede per protagonista il parroco del paese, don Gino, alle prese con i piccoli e grandi problemi dei suoi compaesani. In particolare si troverà a dover trovare soluzione ai guai di due sorelle: Maria, moglie di un minatore emigrato in Belgio, a Marcinelle, e Teresa, che tutti conoscono come seria e illibata. Alla loro storia si intreccia quella di altri personaggi, tra i quali il fedifrago farmacista del paese e il sagrestano Berto, invalido e bizzarro, vera e propria croce del povero don Gino.
8 Agosto 1956: tragedia nella miniera di Marcinelle in Belgio. Scoppia un incendio nel pozzo principale che intrappola e non lascia scampo a 237 minatori, di cui 139 italiani emigranti. Italiani che si recavano in Belgio perché quel paese aveva stipulato un particolare accordo con l’Italia dell’immediato dopoguerra: per ogni minatore inviato a lavorare nelle miniere veniva riconosciuta all’Italia l’importazione di due quintali di carbone al mese. Le fabbriche in Italia potevano così produrre acciaio e auto anche per mezzo di questi poveri e affamati disgraziati. Più di 60.000 furono inviati in Belgio, reclutandone anche in buona parte dal Veneto, a lavorare in condizioni inumane con l’assenza totale di norme di sicurezza, provocando numerosi incidenti. Però quest’ultimo di Marcinelle, verificatosi in pieno agosto mentre gli italiani erano in vacanza, provocò una fortissima emozione e un grande sdegno. Ma non un giornale parlava di questo famigerato contratto definito “uomo-carbone”.
Il Belgio le sue ragioni le aveva, non aveva più nessun residente che scendesse nelle miniere, mentre gli Italiani li si accontentava con molto poco: baracche per viverci e condizioni di lavoro, come detto, disumane.

PROMETTO DI ESSERTI INFEDELE

sabato 25 febbraio 2017 (ore 21.00)
commedia brillante contemporanea
di Filippo Giulini per regia di Gigi Filippini e Renato Baldi
Compagnia “LAVANTEATRO” (Verona)

07-infedeleUna storia dei nostri giorni, un uomo geneticamente infedele, reduce da due matrimoni, ha una relazione consolidata con una giovane amante e un bel giorno decide di fuggire, anzi …”partire”, con una ragazza ancor più giovane! Moglie ed ex moglie diventate quasi amiche, si trovano a dover gestire l’amante che, disperata, annuncia loro la prossima fuga del marito-amante con una 27enne!!! Il triangolo, tipico del teatro brillante, qui sfocia addirittura in un quadrilatero, non distante da alcune situazioni verosimilmente realistiche nella nostra attualità.
Questo allestimento conferisce al racconto notevole efficacia, grazie ad un ritmo veloce e incalzante, tipico del vaudeville. È puro teatro brillante, la morale è solo sfiorata e quel che conta è solo il divertimento!

COINQUILINO CERCASI, ovvero “CH’EL CIELO ME LA MANDA BONA!”

sabato 11 febbraio 2017 (ore 21.00)
Teatro dialettale
Commedia in due atti liberamente tratta da “VIN SANTO” di Roberto Giacomozzi
Compagnia “TEATROINSIEME” (Zugliano)
Traduzione in lingua veneta, adattamento e regia di Gabriella Loss

La storia si svolge ai giorni nostri a Venezia dove, come ogni estate, si riversa sulla città una folla di turisti da mezzo mondo. Curiosi, festanti, macchine fotografiche al collo invadono calli e campielli scattando migliaia di foto e occupando case ed alberghi. Ma questa sarà, per Padre Cirillo, un’estate indimenticabile. Date le molteplici esigenze della sua parrocchia, il simpatico e tranquillo “padre”, per racimolare un po’ di denaro, decide di subaffittare una stanza del suo appartamento, ma la decisione non sarà priva di conseguenze. L’arrivo di un coinquilino “molto speciale” e di altri bizzarri personaggi (un’ esuberante venditrice di cosmetici, una portinaia ficcanaso, un portinaio comunista, un eccentrico agente immobiliare, uno scatenato aspirante artista, il papà smemorato e… ciliegina sulla torta, una ricca zia australiana) stravolgerà la vita del povero Cirillo, catapultandolo, suo malgrado, in un turbinio di situazioni esilaranti e surreali… Come ne uscirà? “Chi verrà vedrà” dise el proverbio! (modificato ad hoc)

I MORTI NON PAGANO LE TASSE!

sabato 21 gennaio 2017 (ore 21.00)
REPLICA – replica sabato 28 gennaio (ore 21.00)
commedia brillante contemporanea
di Nicola Manzari per l’adattamento e la regia di Franco Picheo
Compagnia ARCADIA (Torri di Quartesolo)

05-morti-non-pagano-tasseIl Paese del mare, del sole, del buon cibo e della bella vita. Ma anche la patria della burocrazia cavillosa e dell’arte di arrangiarsi: è questa l’Italia nell’immaginario collettivo, oggi come ieri. Ecco perché, pur essendo ambientata nel 1951, la commedia brillante “I morti non pagano le tasse!” di Nicola Manzari, liberamente adattata dal regista Franco Picheo, di fatto assume i contorni di un ritratto senza tempo della nostra “Italietta”, nei toni volutamente caricaturali di una satira ben poco velata.
Il protagonista, Marco Vecchietti, è un modesto impiegato statale residente a Bologna che tenta di sbarcare il lunario, stretto tra uno stipendio ai limiti della dignità e una moglie (Amalia) con ingerente e asfissiante suocera (Geltrude) a carico. Tra affitto, bollette e tasse, i debiti si sormontano e lo sfratto incombe. Resterebbe un’unica soluzione: far sparire il proprio nome dai registri fiscali. Il caso vuole che proprio la burocrazia in genere tartassante e nemica per uno dei suoi mille pasticci finisca per fare un “favore” al Vecchietti: l’anagrafe del suo paesino natale, disperso tra le montagne venete, lo dichiara infatti ufficialmente deceduto da sette anni, benché vivo e vegeto. È la svolta. Marco, apparso fin lì una specie di eterno perdente “alla Fantozzi”, con un guizzo di rivalsa decide di sfruttare l’errore a suo favore e ribellarsi a tutto e a tutti, gettando nello scompiglio l’intera famiglia, il padrone di casa, il palazzo in cui abita e il capufficio… Convinto dalla moglie a recarsi nel suo paesino d’origine per far luce sulla questione, lo scaltro Vecchietti scopre che anche lì tra i monti, insospettabilmente, l’arte di arrangiarsi e la corruzione sono la regola: e allora, visto l’andazzo generale, tanto vale mettersi d’ingegno e provare a ricavarci un bel tornaconto personale…
Insomma, tre atti tutti da ridere, tifando per questo improbabile “antieroe” sui generis, che si ritrova per caso nelle vesti di martire di guerra, seduttore di giovani locandiere, intrallazzatore con i politucoli locali, fino a quando qualcuno, da Bologna, tornerà a cercarlo…

IL LETTO OVALE

sabato 3 dicembre (ore 21.00)
commedia brillante contemporanea

di Ray Cooney e John Chapman per la regia di Stefano Bianchin
Compagnia ATTORI IN PRIMA LINEA (Schio)

04-letto-ovaleUn appartamento, quattro coppie… e un letto ovale! Ray Cooney mette tutti gli ingredienti per creare un intreccio di tradimenti, equivoci ed incomprensioni, originate soltanto da una lettera d’amore finita nelle mani sbagliate. Le quattro coppie che si aggirano in questo appartamento sono: i padroni di casa, Philip e Joanna Markham, il socio di lui, Henry Lodge, con sua moglie Linda, gli amanti di quest’ultimi due, l’eccentrico arredatore Alistair ed una cameriera austriaca, Silvia.
Gli otto faciloni pensano di avere a disposizione questo appartamento che, invece, per una serie di equivoci e contrattempi, è trafficatissimo. Così accade che mariti e mogli si trovino contemporaneamente e senza ragione nello stesso luogo in compagnia dei rispettivi amanti, dovendo mentire l’uno all’altra. A rendere il tutto ancora più imprevedibile, arriverà un’altra persona che ribalterà tutta la situazione.

Il letto ovale, che dà il titolo alla commedia, è il vero fulcro della storia, attorno alla quale ruotano doppi sensi, inganni e tradimenti, dove ogni personaggio finge di essere qualcun altro in un vortice di intrecci, malintesi e infinite gag che troveranno alla fine una soluzione… mah … forse!

OCCUPAZIONE ABUSIVA

sabato 19 novembre (ore 21.00)
teatro contemporaneo d’attualità
da “Le Squat” di Jean Marie Chevret per la regia di Antonio Zanetti
Compagnia DELLA TORRE (Ponte San Nicolò PD)

03-occupazione-abusivaE’ una commedia divertente ed attuale che pur nella comicità dell’intreccio, non perde l’occasione di trasmettere un messaggio positivo su un tema più che mai attuale.
Un testo sul conflitto generazionale e sulle differenze sociali, con situazioni divertenti, dialoghi moderni e personaggi ben delineati – nelle loro caratteristiche sociali e psicologiche – grazie anche a una cura del linguaggio (quello pulito e alto della borghesia e quello quotidiano della strada degli immigrati). Due mondi che si scontrano e poi si integrano.
Il titolo originale “Le squat” ha rappresentato nel 2000 il felice debutto nella scrittura teatrale di Jean Marie Chevret, che l’anno successivo ha ricevuto il premio “Molière” come miglior testo comico. Ha ricevuto poi il Premio de la Solidarité et de l’Anti-Racisme attribuito dalle ONG dell’ONU.
Un appartamento di un quartiere borghese di Parigi viene occupato da una giovane coppia, Samir un algerino e Natasha una ragazza dell’Est, senza permesso di soggiorno, con la complicità di Manuel, suocero di Teresa, portiera del palazzo. Samir e Natasha vivono rintanati in una stanza, dato che l’accordo con Manuel è di poter solo sostare nell’appartamento senza usufruirne. Le proprietarie dell’appartamento, le sorelle Maryvonne e Jeanne Figeac, sono in vacanza e quando tornano a sorpresa e capiscono la situazione hanno reazioni diverse: l’intransigente vorrebbe mandare via la coppia clandestina con l’aiuto della polizia mentre l’altra propone una temporanea coabitazione forzata. Dopo una prima fase di osservazione e incomprensione, con momenti ora teneri ora drammatici, si realizza finalmente prima una reciproca curiosità, poi una affettuosa accettazione. Un testo ironico, ottimista e tenero, in cui l’evoluzione dei personaggi, la scoperta della capacità di ciascuno di dare e ricevere, l’humor, l’amore e il dialogo tendono a dimostrare come il razzismo, l’intolleranza e le barriere sociali si possono combattere e superare grazie a una volontà reale di ascoltare e comprendere l’altro.

SIORI E POARETI

sabato 5 novembre (ore 21.00)
teatro dialettale

traduzione in lingua veneta dall’originale “Miseria e nobiltà” di Edoardo Scarpetta per la regia di Francesco Baruffato – Compagnia “Insieme per far filò” (Arcugnano)

02-siori-e-poaretiFelice è un povero scrivano di strada, perennemente senza soldi.Condivide un paio di stanze in affitto con la compagna Palma, il figlio Carletto, nonché l’amico Natale, un fotografo ambulante, con la moglie Pasqua e la figlia Paolina. Un giorno si rivolge a loro un giovane nobile e ricco, il marchesino Eugenio Favetti, che desidera sposare Gemma, figlia dell’ex cuoco Gaetano Semolone. Il progetto è osteggiato dal marchese Ottavio, padre del ragazzo, che non gradisce una nuora di umili origini. Ed ecco confezionato l’escamotage: il giovane nobile innamorato chiede a Natale e ai suoi amici di recarsi a casa del cuoco, fingendosi parenti altolocati, ed ottenere l’assenso alle nozze.

Ma la situazione peggiora ulteriormente poiché il maturo marchese Ottavio è anch’esso innamorato di Gemma, frequentandola sotto le mentite spoglie di un non meglio identificato signor Bebè! Scoperto l’imbroglio, scoppia il finimondo e al marchese non resta che acconsentire alle nozze tra i due giovani innamorati.

Finale ricco di sorprese con altri matrimoni imprevisti …

 

 

AMORE, SPARAMI!

sabato 22 ottobre (ore 21.00)
commedia brillante d’Amore e Tradimento

tratta da “Central Park West” di Woody Allen per la regia di Melissa Franchi – Compagnia “TEATRO DI SABBIA” (Vicenza) in collaborazione con “ASSOGEVI” Vicenza

01-amore-sparamiAmore, Sparami! è un atto unico comico tratto dal testo teatrale “Central Park West” di Woody Allen. Il tema è quello di sempre: l’amore e il tradimento. Due coppie si confrontano e scontrano nel bizzarro tentativo di ritrovare una normalità di coppia e di vita che, come spesso accade in Allen, risulta anomala, ipocondriaca e nevrotica. Lo spettacolo è ricco di battute divertenti ed irriverenti, carico di quella comicità nevrotica e vertiginosa che da sempre caratterizza le produzioni del grande regista e scrittore americano.
Bianco e nero, Follia e ragione, Amore e odio. L’idea registica alla base dello spettacolo è questa: il doppio, il contrasto, l’opporsi di forze costruttive e distruttive che determinano l’evolversi di una vicenda che precipita verso il cataclisma, per poi risolversi nel più semplice dei modi: ridendo!
I personaggi si scagliano l’uno contro l’altro, in un susseguirsi di battute a catena di grandissima comicità; nevrotici quasi all’inverosimile, eppure così naturali, umani e così vicini a noi, tanto da creare un meraviglioso legame con il pubblico, che ride perché si rivede e perché sa che forse, alla fine, può dire di non essere così folle. Forse.
La scena è volutamente spoglia, riempita con semplici oggetti “scagliati” con rabbia: due sedie, un tavolo, fogli, alcolici, fazzoletti e semi di zucca. Tutto qui. Tutto bianco e nero. La follia sembra non aver colore. La scelta di una scena così semplice si lega soprattutto al fatto che il testo si recita da sé: le parole sono veloci, le battute serrate e dinamiche.

Il testo di Woody Allen è il vero spettacolo. La vera scena. La musica? Rigorosamente dal vivo, affidata ad un pianista che accompagna la vicenda con semplici motivetti anni ’80. Le luci? Fredde, cinematografiche, chirurgiche e a contrasto. Il Pubblico? Ride. Tanto basta.

Protagonisti dell’irresistibile piéce saranno Mattia Bertolini (Sam), Diego Dalla Benetta (Howard), Melissa Franchi (Phyllis), Maria Faggionato (Carol) e Mirta Pegoraro (Juliet). Regia di Melissa Franchi, al pianoforte Simone Cosma, scene di Matteo Monzardo, disegno luci di Alessandro Modini.

AH! LA GELOSIA

sabato 23 aprile (ore 21.00)
teatro dialettale

di Antonio Stefani, liberamente tratta da “La Jelosie” di A.Bisson per la regia di Aldo (Alvin) Zordan – Compagnia ASTICHELLO (Cavazzale)

11 gelosiaAutentica macchina comica questa commedia in lingua veneta, ambientata negli anni ‘cinquanta, appare tutt’oggi di grande attualità. Quanti sono in effetti i matrimoni, minati da tradimenti e sospetti, come quello dei protagonisti Luisa e Franco in cui la gelosia di lei logora senza tregua il rapporto creando in casa continue tensioni? E cosa succede se intervengono …. i genitori per dimostrare come la litigiosità mini alle fondamenta le basi del matrimonio, che dovrebbero invece posare su un solido strato di armonia, fiducia e serenità? Ecco allora che, tra risse verbali vere e fasulle, in questa storia si inseriscono vari vivaci personaggi che con la loro comicità invitano il pubblico a divertirsi di fronte alla tormentata vicenda, inserendo variazioni sui temi principali della commedia: il sospetto, il tradimento e, fortunatamente, la riconciliazione. Significativa nel finale dello spettacolo, l’attrice che si rivolge al pubblico con una battuta che chiarisce l’origine di tutte le incomprensioni coniugali: “Anche la gelosia, certe volte, è la tomba del matrimonio… Alle donne dico che i mariti bisogna compatirli un po’ perché si credono sempre dei dongiovanni! E agli uomini dico che, tante volte, quello che hanno in casa è meglio di quello che cercano fuori casa… Parlarsi bisogna, dirsi le cose, e certe volte… conviene fidarsi!“

Ingresso: interi euro 8 / soci “una montagna di teatro” € 7 / ragazzi fino 14 anni euro 4

I RUSTEGHI

sabato 19 marzo (ore 21.00)
teatro goldoniano

di C.Goldoni, riduzione e adattamento di Giorgio Amodeo per la regia di Gianfranco Saletta – GRUPPO TEATRALE PER IL DIALETTO DI TRIESTE E GORIZIA

09 rusteghiCostituisce uno dei vertici assoluti della drammaturgia goldoniana. “Rusteghi” sono esseri burberi e irosi, esempio estremo di come l’uomo borghese, attento alle sorti economiche e alla rispettabilità della famiglia, possa degenerare, divenendo gretto e prepotente. La vicenda ha per protagonisti quattro rusteghi: Lunardo, Canciano, Simone e Maurizio. Quando Lunardo decide di combinare il matrimonio della figlia Lucietta con Filippetto, figlio di Maurizio, senza che gli sposi vengano avvisati, le donne decidono di ribellarsi. Margarita, matrigna di Lucietta – aiutata da Felice, moglie di Canciano e Marina, moglie di Simone – all’insaputa dei rusteghi, riesce a far sì che i due giovani possano, prima delle nozze, almeno incontrarsi. I quattro uomini, saputa la cosa, montano su tutte le furie, ma è Felice, nel corso della splendida scena finale, a dimostrare quanto assurdo sia il comportamento dei rusteghi; questi, seppure di malavoglia, riconoscono i loro torti e si rassegnano ad accettare la nuova situazione. La commedia si caratterizza per una analisi psicologica particolarmente attenta, che trova riflesso anche sul piano linguistico: il dialogo brioso e spumeggiante delle donne si contrappone a quello cupo e nervoso degli uomini. Viene messo in scena lo scontro tra il nuovo e l’antico, tra una concezione di vita rigida e una più moderna, fondata sul dialogo e sulla reciproca comprensione, analizzando anche la condizione femminile e la sua nascente emancipazione; l’uomo infatti rappresenta il passato, e la donna l’equilibrio, la serenità e il progresso.

Ingresso: interi euro 8 / soci “una montagna di teatro” € 7 / ragazzi fino 14 anni euro 4